Biogas: sei sindaci si alleano contro il progetto, ma…

E ora i sindaci si alleano. Siglano un patto per dire “No agli impianti di produzione di biometano sui loro territori” ma con una precisazione: “L’emergenza climatica ci impone di chiudere il ciclo dei rifiuti”. Che tradotto significa: gli impianti da qualche parte si devono pur fare. Smaltire l’organico per produrre metano bio serve a tutti.Vicenda complessa. Posizione complicata da prendere per le amministrazioni locali. Da una parte, due società private che vogliono realizzare due impianti a Masate. Dall’altra cittadini contrari riuniti in comitati e associazioni ambientaliste che non vogliono saperne. Cosa fanno i comuni? Più volte chiamati a dire la loro, alla fine si sono espressi. “Siamo dalla vostra parte. Però…”.
Annunciano tre azioni: la richiesta di integrazioni al Piano regionale dei rifiuti (PRGR), di chiarimenti da parte di Città Metropolitana e lo studio del ricorso al Tar. “È questa la strada che intende percorrere il neonato coordinamento dei sindaci per l’ambiente (Masate, Basiano, Gessate, Bellinzago Lombardo, Trezzano Rosa, Pozzo d’Adda) per contrastare la realizzazione di molteplici impianti di biometano previsti sul territorio, tra Masate ed Inzago”, dicono.
Pur con una doverosa precisazione: “Le amministrazioni locali, oggi, nel pieno di un’emergenza climatica che non ha precedenti, sono chiamate a compiere scelte determinanti per il futuro del pianeta. La chiusura del ciclo dei rifiuti è una di quelle. In questo scenario gli impianti di biometano diventano centrali se si vuole davvero elaborare una seria, quanto urgente, strategia per lo smaltimento della frazione organica ed il recupero delle risorse energetiche”. La loro necessità, dicono i sindaci, è evidente: “Al tempo stesso è però dovere dei sindaci e dei Comuni difendere i propri territori, garantendo la realizzazione di impianti che siano a loro volta sostenibili, moderni e ad impatto ambientale zero”.

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Autore dell'articolo: Settimanale Radar