L’Italia non è un paese facile per una donna che vuole fare politica, ancor più se giovane. Negli anni però il numero di donne presenti nelle istituzioni è gradualmente aumentato, anche se troppo lentamente. Nel 2018 le donne elette alla camera sono state il 34,62%, un record rispetto alle legislature precedenti, ma un dato ancora molto distante da un’equa rappresentanza di genere. Per quanto riguarda i comuni sono 185 le sindache under 40 in carica e solo una, Chiara Appendino, tra i comuni capoluogo. Nei consigli invece sono circa 11mila 500 le giovani elette. Non molte se consideriamo che complessivamente sono oltre 91mila i consiglieri comunali in carica. Tuttavia si tratta di una base consistente da cui potranno emergere nei prossimi anni volti nuovi della politica italiana. E in Martesana? Ne abbiamo parlato con quattro sindache della zona. Angela Comelli (Bellinzago), Elisa Balconi (Cassina), Ivonne Cosciotti (Pioltello) e Lucia Mantegazza (Gessate) ci hanno detto la loro sul tortuoso percorso per le donne in politica.
Lucia Mantegazza – “Ero consapevole dei sacrifici e dell’organizzazione necessari, soprattutto nel mio caso con una bambina di quasi 2 anni. Però è doveroso ricordare che in Italia essere impegnati in un’attività lavorativa e allo stesso tempo doversi occupare di figli piccoli o parenti non autosufficienti comporta una modulazione dei tempi da dedicare al lavoro e alla famiglia che può riflettersi sulla partecipazione degli individui al mercato del lavoro, soprattutto delle donne, le quali hanno un maggiore carico di tali responsabilità. Purtroppo, come da ultime statistiche ISTAT, la conciliazione dei tempi di lavoro con quelli di vita familiare risulta difficoltosa per più di un terzo degli occupati con responsabilità di cura nei confronti di figli”.
Angela Comelli – “Le donne impegnate in politica in Martesana in questi ultimi anni sono andate progressivamente aumentando. Nella nostra zona, ci sono diversi Comuni dove sono state elette nel ruolo di sindaco. Penso che le difficoltà risiedano nel conciliare il tempo a disposizione per assolvere a tutti gli impegni a cui siamo chiamate, che in assenza di una rete di servizi e di risorse personali, diventano impraticabili”.
Ivonne Cosciotti – “Essere una donna al comando di una città significa impostare il proprio lavoro per raggiungere gli obiettivi con la capacità di essere empatici, determinati e concreti. Come spesso noi donne siamo. I risultati però si raggiungono solo con un lavoro di squadra. Forse oggigiorno i ruoli molto ambiti sono ancora appannaggio degli uomini ma la capacità amministrativa delle donne è riconosciuta e acclarata”.
Elisa Balconi – “Il nodo della questione va ricercato a monte: occorre maggiore attenzione, da parte della politica nazionale, ai temi della famiglia e del lavoro, servono politiche mirate che aiutino le persone, uomini e donne, a trovare tempi e modi per dedicarsi a un’attività, come per esempio quella politica, ma vale anche per il volontariato o per altri interessi. La politica per esempio è certamente affascinante ma anche molto impegnativa”.In edicola le due pagine complete con tutte le dichiarazioni