Oltre sessanta beni solamente in Martesana: così dopo i sequestri gli immobili e i terreni delle mafie possono avere una nuova vita

Più di cento immobili strappati ai tentacoli della criminalità organizzata in Martesana. A darne notizia è l’associazione Libera (Associazioni, nomi, numeri contro le mafie), che lo scorso martedì 27 febbraio ha presentato a sindaci e rappresentanti del mondo associazionistico la più aggiornata mappatura dei beni confiscati alla malavita a Est di Milano. I portavoce del presidio di Libera Martesana, coordinato da Antonio Brescianini, hanno esposto alla platea, riunita nella sala consiliare di Gessate, i risultati di un lungo monitoraggio effettuato su 29 comuni del circondario a partire dai dati raccolti dal Portale OpenRe.g.i.o dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati (ANBSC). A conti fatti, si legge sul documento, gli immobili confiscati ammontano a 64 tra appartamenti, magazzini, box e ville, pari a 88 particelle catastali. L’iter burocratico – di questi, però, soltanto poco più della metà, 39 su 64, sono stati affidati definitivamente ai Comuni per la restituzione alla collettività, mentre i restanti attendono l’assegnazione. A completare il quadro, poi, si aggiunge un’altra categoria di beni, quelli “in gestione”: si tratta di 44 (in particelle catastali) immobili sospesi in una sorta di limbo di competenza dell’ANBSC perché in attesa della confisca definitiva dalla Cassazione. “La sorte di un bene sequestrato e i tempi di assegnazione fanno capo a un iter intricato che coinvolge diversi attori” – spiega Marco Paiardi, membro del Presidio di Libera Martesana.

IN EDICOLA I DETTAGLI (in foto il capannone di via Fermi a Gessate durante lo sgombero dei rifiuti stoccati illegalmente)

Autore dell'articolo: Settimanale Radar